Il Progetto si occupa di fragilità e anti-fragilità della linea di costa, spazio continuo che caratterizza l’ambiente fisico della nostra penisola, del Mediterraneo e luogo cruciale per la transizione ecologica e sociale. Nella fascia di transizione tra mare e terra, l’interazione tra pressioni antropiche e climatiche porta all’estremizzarsi dei conflitti tra fenomeni di dismissione, istanze di sviluppo economico e quelle della sostenibilità ambientale.
Le diverse fragilità e opportunità di lavoro individuate dal progetto trovano sede in quei luoghi di interfaccia terra-mare più vulnerabili alla pressione antropica, agli effetti dei cambiamenti climatici e ai fenomeni di dismissione.
Una parte consistente degli 8.300 Km di costa italiana è occupata da opere artificiali come porti, marine, opere idrauliche di impianti industriali, strutture artificiali a supporto della balneazione, opere di difesa costiera (offshore e terrestri). La progressiva trasformazione della linea di costa avviene tramite tre principali azioni: per addizione (colmate, barriere di difesa e mitigazione, frangiflutti, ripascimenti); per sottrazione (demolizione e ripristino suolo naturale, dragaggi); per sostituzione (demo-ricostruzione e/o rifunzionalizzazione di volumi costieri dismessi).
Queste tre azioni potrebbero essere sempre legate entro concept di circolarità - sia all’interno di grandi progetti di trasformazioni (porti, marine), sia per piccoli interventi localizzati (frangiflutti, barriere) - riducendo le fragilità.
Il progetto ha tre principali obiettivi: costruire un archivio di riferimenti e casi studio rilevanti, raccogliendo esperienze nazionali e internazionali; consolidare una rete specializzata e multidisciplinare di Soggetti accademici e non accademici, di Enti pubblici con cui instaurare un dialogo e costruire implementazioni possibili del progetto; organizzare un evento (seminario/workshop) condiviso con il Network di riferimento e divulgarne i risultati.